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La scuola...in gioco

 

Cultura, Apprendimento, Creatività: itinerari di gioco per la valorizzazione di una didattica ludica sui temi della MULTICULTURALITA' e della INTERCULTURALITA' nella scuola primaria.

Premessa politico-istituzionale

La nostra società si sta trasformando, sempre di più, in multiculturale ed il tentativo di comprenderne le dinamiche è stimolante, oltre che necessario per governarne gli sviluppi. Il confronto tra culture è un elemento fondamentale che caratterizza il nostro tempo e non si può fare finta che ciò non esista; vecchie e nuove barriere culturali si presentano costantemente quali azioni di disturbo ai percorso di integrazione e uno dei compiti delle istituzioni è quello di eliminarle o quanto meno di smussarle il più possibile con azioni di informazioni rivolte ai cittadini e con interventi tesi a migliorare la qualità della vita anche delle persone immigrate, in particolare dei bambini e delle bambine.

La regione Marche, nell'ottica del sistema integrato di interventi e servizi socio-educativi, ha ritenuto prioritario proseguire la programmazione delle politiche per i minori stranieri in riferimento a principi inerenti la multiculturalità, rivisitando nel 1998 la normativa sull'immigrazione, approvando la legge regionale N° 2 ad oggetto "interventi a sostegno dei diritti degli immigrai" che promuove, oltre alla tutela del diritto al lavoro, anche il diritto allo studio e alla formazione con l'obbiettivo di implementare il processo integrativo degli immigrati giovani ed adulti, finanziando tra l'altro progetti di educazione interculturale nelle scuole.

La Provincia di Pesaro e Urbino, nell'ambito dei suoi compiti istituzionali, tra quali l'educazione alla pace e alla non violenza, anche per favorire l'integrazione tra gente di paesi diversi, propone alle scuole primarie il progetto:

"LA SCUOLA....IN GIOCO"
Cultura, Apprendimento, Creatività: itinerari di gioco per la valorizzazione di una didattica ludica sui temi della MULTICULTURALITA' e della INTERCULTURALITA'

Giunto al suo VII anno di attività, in collaborazione con il C.R.E.M.I. tale progetto culturale, socio educativo, itinerante, caratterizzato dall'utilizzo di una "didattica ludica", si consolida come strumento privilegiato per fare incontrare conoscere, e riconoscere culture diverse, giocano, per il quarto anno, con segni, colori, odori, suoni, parole, racconti di lingue e scritture.

Nessuno è come me: siamo tutti diversi...ma con uguali diritti
Segni, suoni, parole e racconti a confronto nell'incontro tra culture.

Tra le tante sfide che oggi siamo tutti chiamati a raccogliere c'è quella di costruire un dialogo e un continuo scambio tra culture molto differenti tra loro, via necessaria per la costruzione di un mondo in bui vivere armonicamente e in grado di guardare al proprio futuro con serenità. In Italia, come in altri paesi, il superamento della difficoltà  a creare questo dialogo può essere rappresentato sopratutto dalla capacita di facilitare la conoscenza reciproca, della disponibilità allo scambio e all'incontro, dal cambiamento contestuale di chi ospita e di chi e ospitato, per consentire un'identità sociale e culturale nuova e condivisa.
In particolare, nella scuola di base, occorre favorire interventi di tipo "formativo-esperienziale", volti a promuovere nei ragazzi (alunni) uno spirito di apertura e di collaborazione con persone appartenenti ad altre culture. Tali interventi intendono sollecitare la scoperta di valori universali e di interesse comune che uniscono uomini e popoli, la sperimentazione di soluzioni pacifiche delle divergenze e dei conflitti e l'assunzione di comportamenti ispirati alla solidarietà e all'accoglienza.
Si sono individuati alcuni "snodi concettuali" tra questi i concetti di identità e di differenza, da approfondire e da verificare con un approccio culturale al lavoro di ricerca, attraverso un'azione diretta in classe con i ragazzi.
Se, come riteniamo, l'identità personale è una costruzione processuale fondata sulla relazione, la costruzione della identità rinvia necessariamente al rapporto con gli altri, alla rete di relazioni che si tesse attraverso gli incontri. E' il rapporto con gli altri che ci consente di riconoscere e attestare la nostra unicità e irripetibilità. questa affermazione comporta una riflessione sull'antinomia UGUAGLIANZA-DIFFERENZA che non deve trasformare la differenza in disuguaglianza. L'uguaglianza, infatti nasce come diritto di ogni individuo di essere considerato, nella sua diversità, uguale agli altri. Uguaglianza e differenza sono due prospettive che si rinviano dialetticamente l'un l'altra fino al punto di ritenere legittima la tesi secondo la quale è proprio l'uguaglianza a dover garantire la differenza mentre sono queste ad esigere e a giustificare l'obbiettivo dell'uguaglianza stessa.
La costruzione dell'identità personale e la valorizzazione delle differenze sono tra gli obbiettivi che ciascun ordine scolastico, nel rispetto delle diverse fasce c'età coinvolte e dei diversi vissuti degli alunni (sopratutto di quelli immigrati), deve avere sempre presente e cercare di perseguire. La costruzione della proprio identità e la metodologia autobiografica, infatti, sono due variabili fondamentali nel momento in cui si riconosce che la dimensione cognitiva ha una sua efficacia quando riesce ad ancorarsi ai vissuti dei ragazzi, ne rinforzandone l'autostima, l'autonomia, lo stile personale e l i pone in grado di elaborare e comunicare il pensiero, costruendo così la possibilità di un'integrazione attiva nella cultura d'appartenenza.

Metodologia e didattica ludica
Premessa sulla metodologia e sulle strategie di lavoro da condividere con gli insegnanti delle scuole coinvolte.

Educare alla multiculturalità e alla interculturalità, utilizzando una didattica ludica, significa offrire e creare, attraverso situazioni di gioco, (e in quanto tali libere e piacevoli per chi le sceglie) lo spunto per occasioni di esplorazione e di conoscenza di sé e dell'altro, per confrontarsi con identità e culture diverse, aumentano le fonti di riferimento, i punti di vista e le possibili letture sullo stesso argomento.
E' fare intercultura il riconoscimento ed il rispetto dell'altro per quello che dice, per come si esprime, per come si pone, per quello che è.
Fare intercultura quindi è un atteggiamento, un modo di essere, ed è trasversale a tutto ciò che si affronta in classe.
Più che proporre o suggerire un "dover essere" la metodica ludica offre la possibilità di porsi di fronte alle cose con vari punti di vista, varie angolazioni che consentono di sviluppare capacità progettuali e di risposta ai problemi il meno possibile preconfezionate.
Una pedagogia interculturale, inserita in un contesto multiculturale quel è la scuola oggi, espressa attraverso gli strumenti pacifici della didattica ludica è capace di abbattere i confini geografici, le barriere linguistiche e le differenze religiose.

Organizzazione del corso tematico-laboratoriale

  • I° incontro: un operatore cultuale propone delle riflessioni sul significato e l'importanza del nome come segno caratterizzante l'identità dell'individuo, la conoscenza della convenzione internazionale sui Diritti dell'Infanzia sotto forma di gioco interattivo, come strumento per contrastare la mentalità e i comportamenti che creano i pregiudizi, e un laboratorio sull'utilizzo del colore come simbolo comunicativo ed espressivo
  • II° incontro: un mediatore culturale di origine marocchina o albanese affiancato da un operatore culturale visualizza le nazioni e la "mancanza" di confini dei paesi e delle città d'origine utilizzando mappe satellitari. Nella descrizione delle diversità ambientali delle nazioni di provenienza dei mediatori, si propone un insolito approccio legato al riconoscimento degli odori e delle essenze aromatiche di piante e fiori appartenenti a vari paesi, il mediatore culturale, inoltre, valorizza l'approccio alla propria lingua d'origine, la confronta con altre, e gestisce un laboratorio sulla storia e le origini dell'alfabeto di appartenenza con relativa prova calligrafica.
  • III° incontro: due operatori culturali in una situazione di gioco interattivo, propongono agli alunni la molteplicità di vocaboli che descrivono le qualità e i difetti che appartengono a vari caratteri offrendo loro, con l'illustrazione di alcune tecniche vocali e mimiche, la possibilità di esprimere attraverso l'espressione facciale e posturale, la gestualità e l'inflessione vocale, i tratti caratteriali che sentono propri; quindi presentano un ricco campionario di animali marionette (muppets) da utilizzare come alter ego in dialoghi improvvisati.
  • IV° incontro: con l'ausilio dei pupazzi (muppets) gli operatori offrono alla classe, divisa in gruppi, la possibilità di rappresentare alcune fiabe o storie appartenenti ad altre culture, scelte e trasformate in sceneggiature in precedenza con l'insegnante, con la convinzione che "raccontare e raccontarsi" può tradursi, creando le condizioni opportune, in un efficacissimo mezzo di educazione interculturale.
  • V° incontro: due mediatori culturali propongono la conoscenza e l'uso di molteplici strumenti musicali di provenienze etniche diverse, valorizzandone le differenze in termini di ricchezza per la produzione di suoni, ritmi e coralità necessarie al raggiungimento di armonie e melodie. Come ogni persona ha una sua voce e forma che la contraddistingua, così ogni strumento musicale ha una sua sonorità e forma: se tanti strumenti, provenienti da diversi paesi possono combinare bene i loro suoni in una situazione di coralità, altrettanto possono gli alunni di una classe trovare armonia ed accordo nella valorizzazione delle loro diversità. Gli operatori offrono agli alunni la possibilità di prove d'uso di molti strumenti i cui suoni ricordano quelli della natura (acqua, fuoco, vento), infine si ascoltano brani registrati esemplificativi di combinazioni musicali, strumenti e tecniche vocali che combinate alla suggestione alla curiosità dei ragazzi li aiuteranno nella scoperta di sonorità e culture di altri popoli a confronto con la propria.

    Argomenti del corso tematico laboratoriale
    Il nome è per riconoscerci. Per darsi un'identità

    Il nome è considerato in ogni cultura il segno dell'individuo per eccellenza; essere riconosciuto per nome rafforza il senso della propria identità, infonde sicurezza. Tutto questo acquista particolare valore quando in classe sono presenti bambini stranieri a cui fare raccontare storie di sé legate al nome, storie che hanno radici lontane e che sappiamo racchiudono significati affettivi, emotivi, sociali e culturali di chi lo possiede.
    La ricerca del significo del nome attraverso un gioco di scambio di opinioni permetterà di approfondirne sia le origini sia l'interpretazione. Il diritto al nome e alla propria identità è uno dei diritti primari sanciti nella "Convenzione Internazionale sui diritti dell'infanzia". Farla conoscere e discuterne in classe diventa un punto di partenza utile per educare al rispetto dei valori e dei principi etici che consentono la comunicazione tra popoli e paesi nel rispetto delle diversità di ciascun interlocutore.

    Ogni identità...ha un suo colore
    Segni e caratteristiche dell'identità dell'individuo

    Il colore come simbolo comunicativo ed espressivo.
    L'esperienza della luce-colore è da sempre vissuta con grande intensità dall'uomo, un bisogno fondamentale, una "fame" di colore che si esprime attraversa l'abbraccio con la natura. La straordinaria ricchezza cromatica della natura ha stimolato l'individuo all'osservazione e all'interpretazione di quei signali praticandoli a sua volta soddisfacendo un'esigenza estetica, e utilizzandoli come simboli comunicativi. Comunemente l'individuo esprime le proprie preferenze cromatiche ricorrendo con particolare frequenza all'uso di certe tinte piuttosto che ad altre. Nell'abbigliamento, nella scelta degli oggetti colorati, vengono preferiti istintivamente quei colori che meglio rappresentano il proprio stato d'animo e il proprio temperamento. L'uso del colore che l'individuo fa in relazione alla propria esperienza interiore è espressivo cioè rivelatorio della propria situazione psicologica. Lo studio sul rapporto che intercorre tra colore, stato psicologico e comportamento, indaga sui significati generalizzabili del colore e, anche se si riconosce che il colore è un simbolo culturalizzato e quindi specifico del gruppo di appartenenza sociale che lo esprime, si sostiene che alla radice dell'identità espressiva del colore vi sono dei significati remoti, legati all'esperienza dell'uomo primitivo nella natura. Partendo da queste premesse nella fase laboratoriale si propone l'utilizzo di forme geometriche colorate (cartoncini fustellati) per favorire negli alunni una autonoma e libera espressione di possibilità compositive cromatiche, figurative ed astratte.

    Mappe, segni, linguaggi e aromi a confronto nell'incontro tra culture

    Le "mappe satellitari" o fotografie di una particolare area scattate da un satellite geostazionario, sono proposte alla classe nell'intendo di maturare un approfondimento della definizione di "area geografica" non costretta in "confini" convenzionalmente riconosciuto come nazioni. La geografia infatti descrive un percorso che studia la cultura e i valori di un territorio attraverso la lettura di un'articolata serie di "segni" (fiumi, monti, laghi, città, paese e strade...) nella relazione dialettica fra l'uomo e l'ambiente che lo ospita.
    La valenza educativa che, con questo approccio, si riconosce alla geografia è quella di far capire i problemi ambientali e socio economici che portano alla migrazione dei popoli. Di aprire nuovi orizzonti e nuovi comportamenti individuali e collettivi fornendo strumenti concettuali innovativi per i futuri cittadini del mondo atti ad ostacolare le dinamiche di egemonia e di subalternità dei popoli e delle culture diverse tra loro.
    Dato il ruolo fondamentale che l'olfatto svolge nella nostra vita quotidiana (il gusto del cibo dipende strettamente dall'odorato) è veramente strano che teniamo in così poco conto questo senso. Da qui l'idea di promuovere la curiosità degli alunni e scegliere di annusare e se possibile, identificare essenze di piante, fiori resine, proveniente da ambienti naturali diversi e lontani tra loro.
    La presenza del mediatore culturale, oltre all'approfondimento degli aspetti geografiche della sua terra d'origine, consentirà alla classe, ma sopratutto ai bambini appartenente alla stessa lingua, di valorizzare la conoscenza della pronuncia e della scrittura della sua lingua d'appartenenza e di esercitarsi in una relativa prova calligrafica.

    Narrare le diversità
    Laboratorio teatrale-narrativo che tratta il tema della diversità culturale, caratteriale e di pensiero.

    La narrazione offre la possibilità di dare vita alle emozioni, ai ricordi, alle cose vicine e lontane. Come afferma G. Rodari: La fiabe offre un terreno d'incontro che non ha barriere né temporali, né etniche, né d'età: L'immaginario nutre la capacità di immaginare e di creare mobilita le risorse della fantasia infantile...crea spazio per altre cose, non utile come la poesia, la musica, l'arte, cose che riguardano direttamente la felicità dell'uomo e non la sua utilizzazione in una qualsivoglia macchina produttiva...non credo che la fantasia sia evasione, ma uno strumento della mente, capace di esprimere e formare una personalità più ricca"

    Con queste premesse l'operatore attraverso un esempio di modulazione della voce e di mimica facciale, per entrare in confidenza con i bambini, utilizzando uno stile comico, comincerà un vero e proprio laboratorio teatrale. Si affronterà la comunicazione narrativa-verbale: come riuscire a trasmettere il concetto di narrazione inteso come filo conduttore chiarendo in ogni momento tempi, luoghi, avvenimenti e stati d'animo dei vari personaggi della fiaba o della storia che si vuole rappresentare.
    Si affronterà la narrazione e la lettura espressiva chiarendo la differenza tra leggere normalmente una parola o leggerla dando a quella stessa parola valenze e quindi significati diversi. In questa prima fase verranno presentati agli alunni i "Muppets", cioè dei burattini raffiguranti personaggi, animali reali e fantastici molto caratterizzati; questi serviranno poi, ai bambini stessi, per la rappresentazione delle fiabe e dei racconti prescelti. Si insegnerà ad usare i pupazzi e ad adattare la voce al personaggio, a seconda dello stato d'animo o a seconda del carattere che si vuol dare allo stesso.
    Nella parte rappresentativa, dopo aver fornito in consultazione agli insegnanti una serie di testi di racconti e di fiabe verrà loro chiesto di individuare quelli più adatti per essere rappresentati con i "Muppets". Le classi organizzate in gruppi di lavoro, sceglieranno le fiabe da rappresentare. Successivamente si procederà per ogni gruppo all'assegnazione dei personaggi e si seguiranno le prove in una situazione di "regia" per poter arrivare alla rappresentazione finale davanti agli altri gruppi.

    Prove d'orchestra
    La musica: incontro di storie, culture e linguaggi

    La musica può non essere un "linguaggio universale" nel momento in cui ogni società o cultura elabora un proprio linguaggio musicale con sue specifiche scale, ritmi e regole per la composizione o l'improvvisazione che corrispondono alle diverse concezioni del tempo, dello spazio, dei passaggi della vita e della morte, delle ideologie e delle credenze religiose dominanti al suo interno.
    Quando ci si propone di realizzare un percorso didattico di carattere interculturale che abbia come oggetto la musica e in particolare il ruolo che ha la parola cantata, bisogna far conoscere le molteplici funzioni della stessa considerando il contesto economico, ideologico e religioso in cui si sviluppa.
    Nelle diverse società e culture la musica rappresenta da sempre un ambio particolarmente importanti di contatto e di scambio culturale, come ad esempio la civiltà musicale afro-americana, la musica dei caraibi e altre, manifestandosi molto spesso con forme di "contaminazione" e di "acculturazione" che provocano cambiamenti in culture autonome precedentemente separate.
    In questo scambio o "contaminazione" che da sempre ha accompagnato gli "incontri" e"gli scontri" tra civiltà e culture è avvenuta la relativa trasformazione dei modelli peculiari di ciascuno, come attualmente quella nord africana con quella sud europea nell'aera mediterranea.
    La musica utilizzata in classe può servire a stimolare nei ragazzi una riflessione autobiografica ponendo loro alcune domande mirate. Si può chiedere se ricordano qualche ninna nanna o qualche canzone che i genitori usavano per farli addormentare o per giocare e se si ricordano e si riconoscono ancora nelle canzoni imparate nella prima infanzia. li si può indirizzare a ricordare e catalogare i suoni che nella loro vita hanno rappresentato o rappresentano tuttora momenti significativi legati alla gioia, al gioco, alla paura e ad altre emozioni. Si stimoleranno, quindi, i ragazzi a ragionare su come e cosa pensano o fanno quando ascoltano la musica, ma anche su quale ruolo ha la musica nel loro quotidiano (per rilassarsi, per ballare, per fantasticare...)
    E con la domanda - con quale strumento desidererebbero suonare - si offrirà agli alunni la conoscenza e la possibilità d'uso di molteplici strumenti musicali di provenienze etniche diverse, valorizzandone le differenze in termini di ricchezza per la produzione di suoni, ritmi e coralità necessarie al raggiungimento di armonie e melodie.