Hafida Kanba, a cura di Catia Brunelli, Nicola Paolo
Furio e
Elisabetta Montesi
Prefazione
Anche quest' anno sta continuando il lavoro degli
operatori del C.R.E.M.I. al fine di raccontare con un
linguaggio molto semplice gli usi, i costumi e più in
generale la cultura di un grande paese come il Marocco.
Infatti dopo il successo delle pubblicazioni
sull'Albania e sulla Cina, so è ritenuto importante
puntare su un paese di lingua araba vista la numerosa
presenza di cittadini marocchini nella nostra comunità
ed in particolare di alunni nelle nostre scuole.
In questa pubblicazione è stato dato ampio spazio alle
testimonianze di cittadini marocchini che ormai da tempo
vivono in Italia e da queste ultime è stato possibile
comprendere che cosa possa significare e quali
difficoltà possono essere comuni per un cittadino
straniero che viene in Italia.
E' inutile dire che dall'esperienza di chi da anni ha
compiuto un percorso di integrazione con la cultura del
nostro paese ci si aspetta che possa esso stesso
contribuire all'inserimento di altre persone.
Considerato che la pubblicazione è si rivolta a tutti
gli addetti ai lavori del mondo scolastico, ma
sopratutto a cittadini comuni che magari non conoscono
in maniera approfondita la storia di questo paese, si è
ritenuto utile ospitare in questo volume anche cenni di
geografia, storia e cultura della nazione marocchina.
Ritengo che gli sforzi compiuti da questa
amministrazione nel sostenere le attività del CREMI
possano senz'altro essere ripagati attraverso la
costruzione dal basso di una società aperta ad
accogliere chi viene nel nostro paese per i più svariati
motivi.
L'attività del Centro di Mediazione E Ricerca
Interculturale del Comune di Fano si è arricchita
inoltre negli anni anche di collaborazioni con mediatori
interculturali che oltre ad essere stati coinvolti
nelle pubblicazioni di questi volumi su Cina, Albania e
Marocco sono stati preziosi anche allorchè sono stati
chiamati ad intervenire per agevolare l'inserimento di
bambini stranieri.
Tutte queste attività sono funzionali ad una diffusione
di una cultura dell'accoglienza sopratutto fra gli
studenti delle nostre scuole pertanto è utile
sottolineare la valenza formativa di quanto prodotto del
2002 sino ad oggi dal CREMI.
Gianluca Lomartire,
l'Assessore ai Servizi Educativi, Comune di Fano
Presentazione del
volume
Coloro i quali hanno
frequentato con una certa assiduità le scuole nel corso
dell'ultimo decennio avranno sicuramente sperimentato il
graduale e tuttavia sostanziale incremento di maturità
raggiunto dai principali attori di questa fondamentale
agenzia formativa, relativamente all'integrazione
sociale e culturale.
Tra i più importanti traguardi vi è sicuramente l'acquisizione
della consapevolezza da parte di alunni, famiglie e
insegnanti, che la conoscenza delle culture altre e la
messa in atto di un confronto di stili di vita
costituiscono punti di partenza necessari, quanto
inderogabili, ai fini del compimento di una pacifica ed
autentica integrazione interculturale. In ultima analisi
si registra una diffusa, e ragionevolmente salda, presa
di coscienza del fatto che l'ampliamento dei propri
orizzonti di conoscenza, da cui consegue la
rilettura dei paradigmi trasmessi par coeur dalla
cultura di appartenenza, permette il riconoscimento e la
valorizzazione di realtà diverse dalla propria.
A chi opera da anni nell'ambito interculturale non può
che fare piacere constatare questo mutare della cultura
scolastica, specie da quando essa si coniuga al
tentativo di rivisitare gli insegnamenti delle discipline
convenzionalmente trasmessi dalla scuola (come la
letteratura, la lingua straniera, la geografia, la
storia, le scienza, ecc.) secondo l'ottica dell'interculturalità,
nella piena convinzione che tutte le discipline
curricolari risulterebbero notevolmente arricchite
dall'integrazione di conoscenze relative a altre
culture altre.
La direzione del cambiamento intrapresa lascia ben
sperare: la scuola potrebbe assumere in un futuro non
lontano un nuovo ruolo, oltre a quello storico della
trasmissione disciplinare dei saperi nell'ambito
dell'educazione dell'individuo, dividendo una comunità
di buone pratiche.
Perché la diversità culturale, sempre più presente nei
gruppi classe delle scuole italiane venga riconosciuta e
valorizzata nella sua originalità e non filtrata
attraverso riduzionismi, luoghi comuni e pregiudizi è
necessaria un operazione di integrazione e di recupero
della situazione di scarsa informazione concernente i
paesi, le tradizioni, i valori degli immigrati, cosicché
più probabilmente si evitino situazioni culturali
ostacolanti la scoperta e la comunicazione reciproca.
Queste le motivazioni e i principi che fungono da
scenario e sostengono la presente pubblicazione,
convinzioni che ne hanno supportato la progettazione,
l'allestimento e la realizzazione: concepito come un
viaggio alla scoperta del Marocco, il volume si avvale
dell'ausilio e della testimonianza di due persone
marocchine ormai stanzialmente residenti nella città di
Fano. Le due voci, la prima di una mamma e la seconda di
uno studente di un Istituto Superiore esprimono entrambe
i legami che li uniscono all'Italia e contemporaneamente
al proprio paese, il Marocco. Avvicinarsi
con disponibilità alle loro testimonianze significa
aprirsi la strada all'approfondimento storico,
geografico, culturale del paese: per questo una cospicua
parete centrale del testo ospita notizie sui luoghi,
sulla società, sulla cultura, sulla vita del Marocco.
Altre parti del libro hanno per fine l'illustrazione di
giochi e il racconto di fiabe e di storie, elementi che,
nella loro speciale capacità di porre in evidenza
comunanze e differenze, contribuiscono all'edificazione
di un ponte culturale indispensabile per portare a
compimento il processo di conoscenza, di riconoscimento
e di valorizzazione vicendevole della diversità
culturale.
La consapevolezza dell'interesse e della curiosità che
alimenta la scrittura araba, così unica nella sua
caratteristica direzionalità e nella sua peculiare
struttura fonetica, motiva la scelta di lasciare ampio
spazio a questo mezzo di comunicazione. Ciò non solo con
l'intento di renderla più fruibile e comprensibile, ma
anche con la finalità di attualizzare il problema della
conservazione della conoscenza della lingua d'origine,
parte integrante del patrimonio culturale di un popolo e
tuttavia elemento assai vulnerabile all'interno del
processo di integrazione. Assai frequentemente, infatti,
l'inserimento nel nuovo contesto sociale impone a coloro
che migrano, la conservazione di un bilinguismo solo
sommariamente corretto, a destinato a divenire un
ricordo sempre più lontano nella mente di chi
stanzialmente scegli un paese di vita diverso da quello
d'origine.
La pubblicazione, pensata per essere diffusa soprattutto
nella scuola e in altri contesti finalizzati
all'educazione e all'integrazione tra culture, è rivolta
agli alunni italiani, così come anche a quelli del
Marocco. Agli uni e agli altri offre informazioni e
curiosità su una cultura che, in quanto appartenente
alla cultura mediterranea, va considerata cugina di
quella europea e così la definisce Hafida Kanba, autrice
del libro e mediatrice culturale del C.R.E.M.I. Altri
destinatari del volume sono, ovviamente, i docenti i
quali possono trarre spunti per comprendere meglio i
propri alunni, e programmare percorsi didattici
interculturali più mirati, più naturali e, dunque,
sensibilmente più efficaci.
Elisabetta Montesi,
Direttrice C.R.E.M.I.
Nicola Paolo Furio, collaboratore del C.R.E.M.I.
Nota:
la pubblicazione può essere richiesta a CREMI
|