Esperienza di
inserimento di un'alunna di origine albanese in una scuola
Media di Fano
RAGAZZI STRANIERI NELLA SCUOLA DI BASE L’inserimento
durante l’anno scolastico di bambini stranieri, è “un
dato strutturale e diffuso con il quale fare i conti e per
il quale attrezzarsi. In dieci anni, infatti, la presenza
degli alunni stranieri nelle scuole statali ha avuto un
incremento pari al 750%” (Favaro, “Imparare l’italiano
imparare in italiano”, Guerini e associati, 2002). Oggi
viene così disegnato una scuola capace di promuovere
l’accoglienza in Italia:
interculturale, attenta al rapporto di
conoscenza-scambio-reciprocità tra persone di origine
diversa e propositrice di un concetto di cultura dinamico e integrazionista, con l’inserimento degli alunni stranieri
pluriforme; attenta
alla all’interno delle classi frequentate dagli alunni
italiani; valorizzazione della cultura e della lingua d’origine degli
alunni stranieri.
NORMATIVA
SULL’INSERIMENTO
La normativa per l'integrazione scolastica si è arricchita
ed evoluta parallelamente all'intensificarsi dei flussi
d'immigrazione. Diritto all’istruzione E’ prevalso il
"diritto del minore all'istruzione", recepito
dall'ultima legge nazionale sull'immigrazione (L. 40/1998)
come "obbligo scolastico", cioè vincolante per
tutti i minori presenti sul territorio italiano, regolari e
non. Dispositivi di accoglienza Il DPR 31/08/99 n° 394
all’art. 45 “Iscrizione scolastica” attribuisce al
collegio docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta
in merito all’inserimento nelle classi degli alunni
stranieri tra cui:
L’accoglienza
degli alunni neoarrivati (promozione delle relazioni
scuola/famiglia, predisposizione di percorsi di osservazione
durante la prima fase di inserimento, proposta di
assegnazione alla classe). L’accoglienza e
l’integrazione sono compito di tutti i docenti, i quali
dovranno prestare attenzione non solo agli aspetti
didattici, ma anche al clima relazionale della classe, alle
interazioni e agli scambi. - Il raccordo tra scuola e
territorio; - Il monitoraggio delle risorse esistenti.
Determinazione delle classi I minori stranieri, soggetti
all’obbligo scolastico, vengono iscritti alla classe
corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio
dei docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa
tenendo conto: - dell’ordinamento degli studi del paese di
provenienza; - dell’accertamento delle competenze abilità
e livelli di preparazione; - del corso di studi
eventualmente seguito dall’alunno nel paese di
provenienza; - del titolo di studio eventualmente posseduto.
La normativa prevede il riconoscimento del titolo di studio,
conseguito nella scuola dell’obbligo del paese
d’origine, dopo il superamento di una prova di lingua e
cultura italiana, attraverso la quale, il Dirigente
Scolastico accerta la conoscenza della lingua italiana
dell’individuo interessato. Le più recenti disposizioni
indicano come l’obbligo scolastico sia di otto anni, ma il
diritto all’istruzione e/o alla formazione permane fino al
compimento del 18° anno. Quindi un minore straniero ha
diritto di frequentare le strutture scolastiche e/o i corsi
formativi fino al raggiungimento della maggiore età.
Adattamento dei programmi Il collegio dei docenti definisce,
in relazione al livello di competenza dei singoli alunni
stranieri, il necessario adattamento dei programmi di
insegnamento. Possono essere adottati specifici interventi
individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare
l’apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove è
possibile, le risorse professionali delle scuole. L’Ente
Locale, con disposizioni diverse da Regione a Regione, ha il
dovere di supportare l’inserimento di alunni stranieri
attraverso interventi di assistenza scoalstica. E’
prospettato il ricorso a nuove figure professionali quali il
"mediatore culturale" come figura-ponte per
facilitare il dialogo fra la cultura di origine e la cultura
di accoglienza e il "mediatore/facilitatore
linguistico" per favorire percorsi individualizzati di
apprendimento della lingua italiana come lingua 2(C.M.
205/90 - L. 40/98) LA RICHIESTA DI INSERIMENTO DI UNA
RAGAZZA ALBANESE: UN’ESPERIENZA POSITIVA La vicenda che si
vuole presentare parte da una richiesta di inserimento
giunta in marzo in un corso di italiano per adulti
stranieri, gestito da una associazione in collaborazione con
Centro EDA ed il Comune di Fano. La ragazza, proveniente
dall’Albania e da pochi mesi in Italia, in possesso del
titolo di studio di scuola media inferiore rilasciato dal
paese d’origine, essendo ancora in età di obbligo
scolastico, non poteva essere iscritta fino a 16 anni ad un
corso per adulti ma avrebbe dovuto frequentare la scuola,
Media o Superiore. Ma in quale scuola poterla inserire?
Prendendo in considerazione quanto detto fino ad ora,
avrebbe dovuto superare una prova di lingua italiana per il
riconoscimento del titolo di studio del paese d’origine e
l’accesso alla scuola superiore: ma la ragazza, pur
presentando una certa comprensione della lingua, non era in
grado di produrre un linguaggio adeguato, se non parole
isolate, in quanto non aveva ancora avuto l’opportunità
di interagire con adulti o ragazzi di lingua italiana, e
tanto meno era in grado di comprendere il linguaggio
scritto. Con l’intervento del C.R.E.M.I., il Centro di
Ricerca e Mediazione Interculturale del Comune di Fano, si
è cercato di seguire e documentare il percorso di
inserimento scolastico, ritenendo che fosse necessario non
solo di facilitare buone prassi di intervento, ma anche
diffonderle per aiutare le scuole ad affrontare le
situazioni sempre complesse di inserimento degli alunni
neoarrivati in Italia. Il primo incontro è avvenuto in
presenza della ragazza, dei genitori e della mediatrice
interculturale. Questo incontro è stato molto importante
poiché ha permesso di facilitare la rilevazione delle
competenze e dei bisogni della ragazza (attraverso
l’utilizzo della L1), dall’altro ha rassicurato
l’alunno e la sua famiglia, e offerto elementi di
comprensione su ciò che la scuola italiana richiede,
diversamente dalla scuola del paese di origine. Infatti in
molti stati del mondo – tra cui l’Albania - non è
previsto che la famiglia interagisca con la scuola – non
ci sono comunicazioni scuola/famiglia da leggere e da
sottoscrivere, i genitori non sono invitati ad incontri
periodici, il materiale viene fornito dalla scuola, la
stessa prosecuzione degli studi è decisa autonomamente
dall’istituzione scolastica. Sentite le aspirazioni della
ragazza e le aspettative della famiglia, si è ritenuto
opportuno procedere all’inserimento nell’ultima classe
della scuola media, per consentire un percorso di
apprendimento della lingua italiana e delle discipline
scolastiche, e favorire più interazioni possibili con i
coetanei, e prepararla ad un inserimento nell’anno
successivo alla scuola superiore. . In seguito è stato
fissato un incontro con la dirigente scolastica (e il
rappresentante di classe dei professori) per presentare la
ragazza e valutare tutte le condizioni che rendessero
produttivo il suo inserimento nella scuola. Il dirigente
scolastico, sentito il collegio dei docenti e il consiglio
di classe, ha quindi disposto l’inserimento dell’alunno
in una delle classi terze, valutando il numero degli
iscritti, ma anche l’esperienza e capacità di accoglienza
dei docenti, e la presenza di compagni nelle zona di
residenza della ragazza. E’ stato previsto anche un
adattamento del programma per consentire di affrontare
l’esame di terza media, e conseguire il titolo di studio
finale. In seguito sono stati predisposti e organizzati
diversi dispositivi, anche in collaborazione dell’Ente
Locale: - la presenza di un mediatore interculturale (per i
primi giorni), individuato tra i genitori degli alunni di
origine straniera disponibili a collaborare con la scuola; -
un insegnamento individualizzato attraverso la frequenza
intensiva di laboratori di italiano L2; la presenza di un
facilitatore linguistico, mediante l’utilizzo di una
operatrice volontaria. La mediatrice interculturale
accompagna, per qualche giorno, la ragazza in classe. Questo
permette di creare alcuni momenti capaci di andare oltre le
reciproche differenze e diffidenze attraverso:. - La
proposta di informazioni agli insegnanti e ai compagni sulla
cultura di provenienza della ragazza, in particolare
attraverso la narrazione della storia del paese d’origine,
ma anche della storia individuale dell’alunna,
coinvolgendo la ragazza in modo accogliente nella
rappresentazione di se’ agli altri - La facilitazione
dello scambio di storie e di valori e riferimenti diversi,
stando attenti a raccogliere le differenze ma anche le
molteplici analogie; - La evidenziazione attraverso domande,
interrogativi, dubbi, delle regole esplicite e implicite
della scuola frequentata. Contemporaneamente avviene
l’inserimento nel laboratorio di lingua italiana, già
presente all’interno della scuola e attivato con
finanziamenti della Regione e del Comune per l’assistenza
scolastica e il diritto allo studio, dove i ragazzi
stranieri, provenienti da diversi paesi e con livelli
diversi di competenza linguistica, riflettono sugli aspetti
fonologici, grammaticali e strutturali della lingua
italiana. Accanto all’insegnante di italiano L2 si
inserisce poi la figura del facilitatore linguistico.
L’italiano per l’alunno straniero è infatti lingua
d’uso quotidiano e di scolarità, attraverso la quale
esprimere bisogni, sentimenti, concetti, saperi, ed è
difficile evitare che la condizione di non conoscenza
dell’italiano si trasformi in insuccesso scolastico. Gli
alunni stranieri al momento del loro arrivo si trovano a
doversi confrontare con due diversi usi della nuova lingua:
- l’italiano per comunicare nella vita quotidiana (lingua
del “qui e ora”); - l’italiano per studiare, lingua
astratta e dei concetti. Il facilitatore linguistico ha il
compito di sostenere in modo particolare gli aspetti non
verbali e relazionali della comunicazione linguistica –
inizialmente silenziosa o scarsamente strutturata, densa di
elementi emotivi, - offrendo le giuste parole alla relazione
e fungendo da modello linguistico e cassa di risonanza..
Pertanto, nonostante l’imminenza dell’esame, il
facilitatore ha svolto inizialmente la sua opera in classe,
preoccupandosi di far percepire un clima sereno e rilassato.
Creato un buon rapporto di fiducia, ha attivato un percorso
volto a favorire la produzione spontanea e l’ ascolto
autobiografico, sostenendo l’importanza del
mantenimento-sviluppo della lingua d’origine e la
possibilità arricchente del bilinguismo aggiuntivo, con un
ampio uso di testi bilingue Il momento dell’apprendimento
autobiografico è stato così strutturato: - Chi sono: nome,
aspetto fisico, caratteristiche, gusti, preferenze etc.
(costruzione di una carta d’identità creata attraverso
l’uso del computer); - Durante il giorno: racconto delle
attività a scuola, a casa, con gli amici (racconto,
spiegazione di ricette di cucina italiana e albanese); -
Viaggio in Italia: come è avvenuto il viaggio, con chi, gli
stati d’animo, l’arrivo, le prime impressioni (racconto
orale, utilizzo dell’atlante geografico per tracciare il
tragitto fatto per arrivare in Italia, diario); - Il mio
paese: storia della mia famiglia, cosa facevo nel mio paese,
la scuola, gli amici (poesie scritte nella lingua madre,
racconti, festività del proprio Paese); - I miei progetti:
cosa vorrei fare da grande. Questo momento è stato utile
sia per promuovere la conoscenza di sé e la progettazione
del proprio futuro, ma anche per imparare i nuovi suoni,
parole e strutture della L2 Altre attività di facilitazione
linguistica sono state attuate utilizzando le ore di musica:
oltre a semplificare la comunicazione dell’insegnante
attraverso la spiegazione di tutto ciò che egli riferisce
agli alunni, e a sostenere la relazione con i compagni di
classe, è stato possibile produrre un percorso individuale
di apprendimento della musica attraverso tecniche di
apprendimento cooperativo. L'apprendimento cooperativo,
infatti, consente di: - imparare per mezzo di altri; -
imparare dagli altri; - imparare con gli altri. In questo
caso, sono state utilizzate le canzoni che il professore
aveva insegnato agli alunni nel corso dell’anno scolastico
e che la nuova arrivata ha imparato ascoltando i suoi
compagni. Alcuni compagni sono stati responsabilizzati
nell’aiutare la ragazza ad imparare ad utilizzare lo
strumento (flauto), nel fornirle un chiaro schema
(attraverso l’uso di un disegno) dei diversi fori del
flauto corrispondenti alle note musicali e nel procurarle i
testi delle canzoni insegnate fino a quel momento. Infine,
è stato creato anche una opportunità di apprendimento
interculturale attraverso l’ascolto di musica albanese. Il
contesto cooperativo ha non solo favorito la relazione e gli
scambi nella classe tra la ragazza e i suoi compagni, ma ha
permesso al facilitatore di assumere il ruolo di
“contenitore” affettivo di ansie ed emozioni della
ragazza che inizialmente trovavano mute espressioni nei suoi
gesti e nei suoi sguardi. In vista della preparazione
dell’esame, l’attività è proseguita con
l’elaborazione di un programma individualizzato delle
materie d’esame, realizzando - la raccolta di testi e
materiali didattici sulle discipline d’esame, facendo un
ampio uso di canali non verbali (immagini, disegni, schemi,
foto); - la costruzione di glossari di parole chiave; - la
sottolineatura di concetti base; - la valorizzazione dei
saperi precedenti e il confronto con quanto già conosciuto;
- la semplificazione dei testi; - la semplificazione delle
consegne. La semplificazione dei testi, realizzata sui
concetti base delle discipline, ha comportato: - la lettura
di brani (già selezionati); - l’estrapolazione, dal
brano, di alcune domande principali (es. chi; che cosa;
dove; come); - la ricostruzione del brano. Nella
semplificazione dei testi e quindi nella loro ricostruzione
(sotto forma di tesine)sono stati seguiti alcuni criteri: -
le informazioni sono state fornite in senso cronologico; -
sono state formulate frasi brevi; - viene utilizzato il
vocabolario di base e fornite spiegazioni delle parole che
non rientrano nel vocabolario di base (es. creazione di un
vocabolario bilingue Italiano-albanese per i termini
storico-geografici o scientifici ); - si ripetono le parole
chiave evitando l’utilizzo dei sinonimi e facendo un uso
limitato dei pronomi; - i verbi sono nei modi verbali finiti
e nella forma attiva; - sono stati utilizzati caratteri più
grandi; - si inseriscono immagini per facilitare la
comprensione (le immagini vengono scelte insieme alla
ragazza). - il titolo e le immagini sono utilizzati come
rinforzo per la comprensione; Semplificazione del testo
Comprensione del testo Appropriazione dei concetti
Riformulazione e uso della lingua decontestualizzata Al
momento della ricostruzione dei testi di storia e di
geografia, la ragazza è stata sollecitata a raccontare
liberamente tutto ciò che faceva parte della sua storia di
vita, delle sue origini e della sua famiglia. Queste
notizie, infatti, ricollegandosi ai concetti di studio
potevano costituire un ponte tra la sua storia e quella del
suo Paese facilitandole così la comprensione e
l’esposizione del testo. Anche nella preparazione della
lingua inglese sono stati utilizzati gli stessi criteri.
E’ stato costruito un piccolo vocabolario per immagini
dove accanto alle parole (in questo caso essendo un 1°
livello vengono insegnate alcune parole chiave relative alla
scuola) veniva inserita l’immagine corrispondente. Stesso
procedimento avviene per lo studio di una piccola
conversazione-presentazione in lingua straniera. Tutto ciò
è stato realizzato attraverso l’uso del computer che ha
permesso di rendere l’apprendimento più divertente e
stimolante per la ragazza, ed ha consentito una prima fase
di apprendimento durante la ricerca e costruzione del
materiale. Una seconda fase di studio è stata orientata
specificatamente alla comunicazione orale. Quando la ragazza
si sente pronta ad affrontare la prima interrogazione si
prova a simulare la situazione d’esame. La situazione è
ripetuta più volte, anche con interlocutori diversi, per
favorire la comunicazione e una maggiore sicurezza nella
relazione interpersonale. Il materiale preparato serve da
supporto per le domande e le risposte, e l’esame finale
– a parte le difficoltà nell’inglese scritto,- può
essere sostenuto dalla ragazza in modo adeguato. Questa
esperienza, che ha coinvolto e fatto crescere non solo
l’integrazione dell’alunno straniero e della sua
famiglia, ma anche la scuola e i Servizi Educativi.
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