L’idea
di promuovere l’educazione interculturale attraverso
attività grafico-manipolative e drammatico-espressive
coordinate dall’animatrice Stefania Carboni risale ai
primi anni Novanta, ma nel tempo subisce una serie di
ridefinizioni e di integrazioni.
L’attività inizialmente
proposta nelle scuole trova nel colore il suo principale
riferimento, mentre oggi essa è integrata dalla lettura
e analisi di leggende, fiabe, immagini, dalla poesia e
dalla musica.
Anche la modalità di
lavoro registra nel tempo degli aggiustamenti, ma la
pianificazione di un approccio iniziale assai motivante
e legato all’impostazione ipotetico-deduttivo tipica
della pedagogia attiva (situazione stimolo) rimane una
costante nel tempo e questo poiché essa è considerata
una modalità particolarmente idonea ad aprire un dialogo
creativo con e tra i bambini.
Immutata anche
l’attenzione che viene destinata dall’animatrice
all’interdisciplinarietà: le attività proposte offrono
sempre ampie interconnessioni tra i saperi e tra questi
e l’unità progettuale. Suo punto di forza resta,
comunque, l’attività pratica: se, infatti, lo scambio di
esperienze crea fiducia e scioglie la tensione tra
individui diversi, la manipolazione creativa (pittura,
manipolazione, danza, drammatizzazione di fiabe popolari
ecc.), la collaborazione finalizzata ad uno scopo
comune, nonché la maturazione della consapevolezza della
ricchezza derivante dalla complementarietà delle
capacità individuali forniscono un’occasione concreta
per scoprire la ricchezza insita nella natura dell’altro
e per riflettere sull’importanza della diversità.